domenica 7 novembre 2010

Il tricolore sull'Olimpico

Frecce Tricolori La Lazio sta organizzando diversi spettacoli in occasione del derby di domani. Suggestivo quello che avverrà tra il primo e il secondo tempo della partita. Sul cielo sovrastante lo stadio voleranno le Frecce Tricolore, impegnate nel contesto delle celebrazioni dei 150 anni dell’unità d’Italia, che le porterà a sfrecciare anche sopra Piazza del Popolo in formazione, dipingendo il cielo con i colori nazionali. La società biancoceleste sta lavorando da giorni su questo evento spettacolare, ed alla fine è arrivata l’autorizzazione del Ministero della Difesa. Sul terreno di gioco, sempre durante l’intervallo, è attesa la presenza dei bersaglieri che, come faranno anche a Piazza del Popolo (la fanfara dell’8° Reggimento Bersaglieri della Brigata «Garibaldi»), prenderanno posizione per una breve esibizione. Un fatto rievocativo per la storica società biancoceleste.
«Chi ha fondato la Lazio era un bersagliere (Luigi Bigiarelli, ndr)», ha ricordato il presidente della Lazio Lotito. Naturalmente, non mancherà l’aquila Olympia, simbolo del club e del suo felice momento, che sarà presente allo stadio Olimpico. Si è fatto tanto parlare di lei in queste ultime settimane, e delle motivazioni di sicurezza che ne sconsigliano il volo. Olimpia verrà accompagnata dal falconiere Josè Bernabè che la terrà sul suo braccio: uscirà dalla Monte Mario prima della partita e percorrerà il tragitto fino alla Curva Nord. Poserà con la squadra per la foto, e potrebbe sostare sotto la Curva laziale sul suo trespolo, magari per gustarsi il derby da spettatrice interessata. Ieri ha fatto le prove allo stadio, studiando i nuovi dettami del suo falconiere. I tifosi della Lazio attendono la loro aquila, che sta accompagnando la squadra capolista in questo primo scorcio di stagione: il fluido positivo non verrà interrotto proprio nel derby.
La febbre per la stracittadina ormai è ai massimi livelli a poche ore dal match. Fronte Lazio sono stati staccati circa 19.500 (più 12.000 abbonati), con Curva e Distinti lato Nord esauriti da giorni. Quasi 19.000 i biglietti venduti sponda Roma: restano circa mille tagliandi tra Curva e Distinti Sud acquistabili fino a stasera alle 19. Chi non ce la farà potrà consolarsi: saranno sessanta le televisioni mondiali collegate con una copertura in 150 Paesi.

sabato 6 novembre 2010

Napolitano "Orgoglioso dell'esercito"

 Cerimonia all'Altare della Patria:
«In missione proteggere le vite,
i lutti non ci facciano desistere
ma persistere nel nostro impegno»



ROMA
Orgoglio per l’operato delle Forze Armate. Questo il sentimento espresso dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione del Giorno dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate: «Nella ricorrenza del 4 novembre che quest’anno, nel quadro delle celebrazioni per il 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia, assume significato ancor più profondo, rendiamo onore ai soldati, ai marinai, agli avieri, ai carabinieri e ai finanzieri che operano nelle aree di crisi con perizia, abnegazione ed entusiasmo. Riconosciamone l’impegno e la professionalità e ringraziamoli per i progressi che ci hanno permesso di compiere verso un mondo più stabile, pacifico e sicuro. Siamo orgogliosi di quanto essi fanno ogni giorno, in nome del nostro paese e della comunità internazionale». E ancora: «Le nostre forze armate sono in Afghanistan insieme a quelle di altri 47 Stati sovrani. L’evidenza di questa concertazione e il supporto delle autorità afghane democraticamente elette, insieme alla fondamentale rilevanza degli obiettivi perseguiti, sono le prove inconfutabili della legittimità e della valenza del nostro impegno. L’intervento italiano si realizza nel pieno rispetto dei principi e delle circostanze stabiliti dall’articolo 11 della nostra Costituzione», ha assicurato, «e le dolorosissime perdite di giovani vite che abbiamo dovuto sopportare» ora «ci inducono non a desistere ma a persistere nel nostro impegno». Tuttavia, ha spiegato ancora Napolitano, «la dura realtà delle aree di crisi» e la necessità di arrivare alla stabilizzazione dell’Afghanistan «ci impngono di continuare a procedere nell’aggiornamento delle strategie, delle strutture e delle capacità operative delle forze di sicurezza che le incognite e i mutamenti del contesto internazionale obiettivamente richiedono»

«Il 4 novembre di 92 anni fa aveva termine il primo conflitto mondiale - prosegue il Presidente della Repubblica - e si completava il grande disegno dell’Italia unita. Oggi, all’Altare della Patria, a nome di tutti gli italiani, rendo il mio deferente omaggio a tutti coloro che sono caduti per costruire un’Italia libera, democratica e prospera. In quel momento di commosso raccoglimento, il mio pensiero va in particolare ai tanti giovani che, anche recentemente, hanno perso la vita mentre assolvevano il proprio compito nelle missioni di pace».

«Il loro ricordo così vivo e doloroso in tutti noi ci deve indurre non a desistere ma a persistere nel nostro impegno, a moltiplicare gli sforzi, anche - esorta Napolitano - per onorare la memoria di quei ragazzi e dare il significato più alto al loro sacrificio, che altrimenti sarebbe stato vano».

All’altare della patria Napolitano ha reso omaggio al milite ignoto. La deposizione della corona di alloro da parte del capo dello Stato, è la prima cerimonia ufficiale delle celebrazioni della Giornata della forze armate. Il volo delle Frecce Tricolori e le note del "Silenzio" hanno concluso la cerimonia.

Giorgio Napolitano ha poi espresso altre considerazioni in un messaggio inviato alle forze armate in occasione del Giorno dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate. Nel contesto delle operazioni internazionali sottolinea che va garantita sia la sicurezza dei militari impegnati sia quella delle popolazioni civili. Napolitano richiama anzitutto la necessità dell’impegno internazionale per l’Italia: «Nell’attuale periodo storico di profondi mutamenti e drammatiche trasformazioni che mettono in pericolo i valori fondanti della nostra società e il nostro stesso benessere economico e sociale, nessun paese libero e democratico può sottrarsi al dovere di contribuire alla stabilità e alla sicurezza della comunità internazionale».

«Le Nazioni Unite, l’Alleanza Atlantica, l’Unione Europea - sottolinea Napolitano - sono interpreti e strumenti operativi di questo dovere condiviso. Ed è nel quadro dei dispositivi di intervento messi in campo da queste istituzioni e sulla base di decisioni consensuali assunte nell’ambito dei loro organi collegiali di governo che le Forze Armate italiane operano insieme a quelle di moltissimi altri Stati sovrani, nel pieno rispetto dei principi sanciti dall’articolo 11 della nostra Costituzione».

« È perciò dovere delle autorità politiche e militari preposte - rimarca il Presidente della Repubblica - continuare ad aggiornare e migliorare strategie, strutture e capacità operative delle Forze Armate, per rendere più efficace il contrasto delle minacce da fronteggiare, garantendo nel contempo la massima protezione ai contingenti impiegati e alle popolazioni civili coinvolte». «Ma è anche dovere di tutte le istituzioni e di ogni cittadino sostenere - prosegue Napolitano - in Italia e nel contesto sinergico delle organizzazioni internazionali, a partire dall’Unione Europea, questo primario impegno democraticamente condiviso su scala globale».

domenica 31 ottobre 2010

Dall’Italia pre-unitaria ad oggi, il continuo divenire della storia dei bersaglieri


Dall’Italia pre-unitaria ad oggi, il continuo divenire della storia dei bersaglieri". E’ stato questo il tema della conferenza che il colonnello Luciano Carlozzo, 47 anni crotonese, ha proposto nell’Auditorium dell’Istituto "Sandro Pertini" di Crotone ad un numeroso pubblico composto da centinaia di alunni delle scuole elementari e medie della città.
L’ufficiale dei bersaglieri è stato invitato a parlare della storia dei militari italiani dalla locale sezione provinciale dell’Associazione Nazionale Bersaglieri, presieduta da Antonio Sessa. L’iniziativa che rientrava tra le manifestazione per i 150 anni dell’Unità d’Italia, è stata caratterizzata dal tradizionale cerimoniale militare. L’incontro, una vera e propria lez ione di storia, dal forte carattere educativo è stata presentata dalla giornalista Giusy Regalino.
Hanno portato un saluto il Prefetto Vincenzo Panico, il Sindaco di Crotone Peppino Vallone, il Presidente della Provincia Stano Zurlo (che ha consegnato il crest dell’Ente), il comandante dei Carabinieri colonnello Francesco Iacono.
Carlozzo ha raccontato, partendo dal 18 giugno 1836 data di istituzione del Corpo dei Bersaglieri ad opera del Generale Alessandro La Marmora, il continuo impegno dei militari in Italia e nel mondo. Il colonnello si è soffermato sui simboli caratteristici dei bersaglieri come la fanfara, il fez, il cappello piumato, la scimitarra, i guanti neri, spiegandone i significati ad una platea di giovanissimi molto attenti. "I bersaglieri –ha detto- sono stati sempre in prima linea, nella 3^ guerra d’Indipendenza come nella 1° e 2° guerra mondiale. Oggi, come ieri, tengono alta l a bandiera italiana e con grande professionalità e prestigio sono in molti teatri operativi post-bellici".
Carlozzo ha ricordato alcuni avvenimenti che rappresentano la storia dei bersaglieri, come la "Breccia" di Porta Pia, la battaglia dell’Isonzo, la Crimea, la campagna d’Africa. "Dal 1986 ad oggi i nostri bersaglieri –ha proseguito- sono impegnati all’estero". L’ufficiale, due lauree (la prima in Scienze Strategiche presso l’Università di Torino, la seconda in Scienze Internazionali e Diplomatiche presso l’Ateneo di Trieste e due Master) ha un curriculum di tutto riguardo caratterizzato anche da un’intensa attività nei principali teatri operativi all’estero. In particolare Bosnia Erzegovina, Albania, Macedonia, Kosovo, Iraq. Dal 12 dicembre 2006 Carlozzo ricopre l’incarico di Capo Sezione Impiego Ufficiali presso lo Stato Maggiore dell’Esercito a Roma.
 La cerimonia di sabato 30 ottobre è stata caratterizzata dall’esecuzione di una serie di brani del repertorio militare proposti dalla Fanfara dei bersaglieri di Crotone che opera già da due anni ed anche dal gruppo strumentale della Scuola Media "Giovanni XXIII°". Applausi scroscianti nell’Auditorium del "Pertini" al tradizionale passaggio dei componenti della Fanfara di corsa.

sabato 30 ottobre 2010

CERIMONIA MILITARE ALLA CASERMA “EMILIO AINIS"


MESSINA – Il giorno 29 ottobre 2010, alle ore 10.30, nella Caserma “Emilio AINIS”, via Taormina – Messina, sede del 24° Reggimento artiglieria “Peloritani”, alla presenza del Generale di Corpo d’Armata Francesco TARRICONE, Comandante del 2° Comando delle Forze di Difesa (2° FOD), Comando Operativo dell’Esercito per il Centro, Sud Italia e le Isole,  ha avuto luogo la cerimonia di avvicendamento del Comandante della Brigata “Aosta”.
Il Generale di Brigata Gualtiero Mario DE CICCO è subentrato al Generale di Brigata Luigi VINACCIA. Un periodo intenso e pieno di soddisfazioni, quello del Generale VINACCIA, che ha visto i Reparti della Brigata impegnati sia in missioni operative fuori area (attualmente il 24° reggimento artiglieria “Peloritani” è il Comando italiano che gestisce la responsabilità del Settore Ovest in Kosovo), sia nell’Operazione “Strade Sicure” in Sicilia, Calabria e Campania, attività quest’ultima che vede l’’Esercito operare congiuntamente alle Forze dell’Ordine per il controllo del territorio e per contrastare la criminalità organizzata.
All’evento erano presenti le Autorità civili, religiose e militari della città di Messina.
Alla presenza della Bandiera di Guerra del 5° reggimento fanteria “Aosta”, decorata di due Medaglie d’Oro al Valor Militare, una Medaglia d’Argento al Valor Militare, una Medaglia di Bronzo al Valor Militare e un Ordine Militare d’Italia, gli onori sono stati resi da un reggimento di formazione su sette compagnie (rispettivamente del 5° reggimento fanteria “Aosta”, del reggimento “Lancieri di Aosta” (6°), del 62° reggimento fanteria “Sicilia”, del 24° reggimento artiglieria terrestre “Peloritani”, del 6° reggimento bersaglieri, del 4° reggimento genio guastatori e del Reparto Comando e Supporti Tattici “Aosta”), dalla Banda della Brigata meccanizzata “Aosta” e dalla Fanfara del 6° reggimento bersaglieri. Schierati anche i Gonfaloni del Comune di Messina e della Provincia Regionale di Messina, il Nastro Azzurro e i Labari delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma.
Il Generale DE CICCO, sposato con la signora Cinzia e padre di due figli, proviene dal Gabinetto del Ministro della Difesa dove ricopriva l’incarico di Capo Ufficio “Affari del personale Militare”.
Il Generale VINACCIA rientra nello ”Staff” del 2° Comando delle Forze di Difesa come Capo di Stato Maggiore, nella sede di San Giorgio a Cremano (NA).

venerdì 29 ottobre 2010

Tursi disperso in Russia

Ritrovata la piastrina di identificazione del soldato andriese, disperso sul fronte russo, che sarà adesso riconsegnata alla sua famiglia
di Vincenzo Cassano
Una occasione quella di quest'anno per la Giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate, per ricordare un bersagliere andriese, disperso sul fronte russo.

Nel consueto ricordo che le Istituzioni Civili e Militari italiane dedicano alla Festa del 4 Novembre, giorno in cui viene celebrato l'anniversario della vittoria nella prima guerra mondiale, con la festa delle Forze Armate e dell'Unità Nazionale, Andria tributa un ricordo per un soldato andriese disperso nella dura ritirata italiana del '42 sul fronte russo.

Domenica 7 novembre, dopo la consueta “messa al campo” presso il Monumento ai Caduti in suffragio dei Caduti di tutte le guerre, sarà consegnata dal Sindaco Giorgino ai discendenti del Bersagliere Mauro Tursi, la piastrina d' identificazione del militare disperso in Russia, ritrovata nei mesi scorsi dall'Associazione Nazionale Alpini, da anni impegnata nel ritrovamento dei poveri resti di soldati morti in battaglia o dispersi, lasciati sul suolo russo durante la rovinosa ritirata sul Don, del 1942.

Nunzio Cafagna, Commissario provinciale dell'Associazione Nazionale Bersaglieri e fiduciario dell'Associazione Nazionale reduci ed invalidi di guerra è commosso per questa cerimonia, per un andriese i cui resti mortali non sono mai stati ritrovati ed oggi -non fu il solo-, a distanza di più di mezzo secolo viene riconsegnata alla sua famiglia la sola piastrina di identificazione.

Per i giovani vale la pena di ricordare che il fronte russo, al pari di quello che avvenne in Africa con la battaglia di El Alamein, si ricorda per le battaglie sanguinose sul fiume Don ed il massacro di Nikolajewka, la tragedia delle Divisioni Tridentina, Julia, Cuneense e Vicenza, i cui soldati furono falcidiati dal piombo e dal freddo.

Per avere un idea di quello che avvenne lì in Russia basta leggere il bel romanzo “Il sergente nella neve” scritto da Mario Rigoni Stern. È la cronaca personale e cruda dello scrittore, quando era sergente maggiore dei mitraglieri, nel battaglione Vestone (divisione Tridentina) proprio durante la ritirata di Russia dell' ARMIR.

Degli oltre 200 mila soldati inviati in quella maledetta guerra, facenti parte dell'ARMIR, circa 29 mila furono rimpatriati perchè feriti o congelati, 110 mila fecero ritorno o a piedi o sulle scassate tradotte militari, mentre 10 mila furono fatti prigionieri dai sovietici e mandati nei gulagh. Per altri 74 mila uomini, purtroppo non vi fu ritorno in quanto morti o dispersi.
Tra questi vi fù anche il Bersagliere Tursi.

martedì 19 ottobre 2010

REGGIO CALABRIA. Arrivato l’Esercito. Sarà operativo dalle ore 13 di oggi

REGGIO CALABRIA. Arrivato l’Esercito. Sarà operativo dalle ore 13 di oggi
REGGIO CALABRIA. Ieri pomeriggio sono arrivati in città i primi militari, una cinquantina, del contingente dell’Esercito a cui da oggi è affidato il servizio di vigilanza continuativa allo scopo di prevenire nuove intimidazioni da parte della ‘ndrangheta. Gli altri per un totale di 80, di cui 75 operativi, hanno raggiunto Reggio in serata. I militari arrivati nel tardo pomeriggio appartengono al 1° Reggimento bersaglieri di Cosenza. In serata sono giunti i fanti del 62° Reggimento “Sicilia” di Catania e a questi si uniranno nelle prossime ore i soldati della Brigata Aosta di Messina.  A loro, che sono ospitati in alcune strutture alberghiere cittadine, da oggi spetta il compito di vigilanza fissa davanti agli uffici della Procura della Repubblica, della Procura generale, della Corte d’Appello e dell’abitazione del procuratore generale Salvatore Di Landro, i cosiddetti obiettivi sensibili, oggetto di un’escalation di attentanti e atti intimidatori dallo scorso mese di gennaio fino ai giorni scorsi.
Gli ufficiali hanno compiuto nei giorni scorsi sopralluoghi operativi per stabilire il posizionamento strategico delle postazioni di vigilanza. I soldati che, come deciso nella riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica di venerdì, saranno utilizzati in attività di controllo, diventeranno operativi con il primo turno di servizio fissato per le ore 13. Domani, alle 10, al Cedir, si terrà una cerimonia di accoglienza ai militari promossa dal Comune alla presenza del sindaco Giuseppe Raffa, dei vertici della magistratura reggina e dei rappresentanti delle forze dell’ordine. Parteciperà anche il colonnello Giorgio Bertini comandante del 62° Reggimento fanteria “Sicilia”. «Vedremo i tempi di utilizzazione. – ha detto il prefetto Luigi Varratta -Speriamo di impiegare i militari per poco perchè vorrà dire che le cose miglioreranno e la loro presenza non sarà  più necessaria». Il prefetto ha ribadito che i militari attueranno una vigilanza fissa giorno e notte con turni di sei ore e non dovranno assolvere alcun altro compito. Qunidi non pattuglieranno la città come nel 1994.

sabato 9 ottobre 2010

CORDOGLIO

                                                                     
                                                                         ONORI
L'associazione nazionale bersaglieri esprime i suoi sentimenti di solidale partecipazione al dolore dei famigliari dei caduti.

quattro i militari uccisi

7° Reggimento Alpini
La storia

Mostreggiature e fregio reggimento

"Ad excelsa tendo"
 I quattro militari italiani uccisi oggi in Afghanistan sarebbero stati vittime di una imboscata al ritorno di una missione mentre si trovavano nella valle del Gulistan nella provincia di Farah. Ci sarebbe stato sia un attacco con colpi di arma da fuoco,sia l'esplosione di un ordigno. Sarebbero gravi le condizioni del militare italiano ferito nell'attentato di oggi in Afghanistan in cui sono morti quattro suoi commilitoni. Il militare avrebbe riportato numerosi traumi di vario genere; è stato "immediatamente evacuato con elicotteri di Isaf", la missione della Nato, spiegano al comando del contingente e portato nella base di Delaram. Potrebbe pero' essere trasferito nell'ospedale americano di Farah Le quattro vittime erano a bordo del Lince, in servizio di scorta a un convoglio di 70 camion civili. Gli automezzi rientravano verso ovest dopo aver trasportato materiali per l'allestimento della base operativa avanzata di Gulistan, denominata Ice. L'attentato e' avvenuto a circa 200 chilometri a est di Farah, al confine con l'Helmand. Si tratta di uno dei tre distretti di cui solo di recente e' stata affidata la responsabilita' ai militari italiani.
Sono tutti alpini del 7/o reggimento di Belluno. Il reparto dei cinque, secondo quanto si è appreso, si trovava già da mesi in Afghanistan ed è prossimo al rientro in Italia.
                                                                           LE VITTIME

Sebastiano Ville era originario di Francofonte, paese del Siracusano; Marco Pedone, di 23 anni, caporalmaggiore di Patu', un comune del basso Salento dove abitava in via Silvio Pellico; Gianmarco Manca, caporalmaggiore, di 32 anni, di Alghero (Sassari). Il ferito e' Luca Cornacchia, di 31 anni, di Pescina (L'Aquila)

martedì 5 ottobre 2010

NATO: PREMIATO NEGLI USA REGGIMENTO GUERRA ELETTRONICA ESERCITO ITALIANO

un tributo al '8°reggimento e al lavoro che a svolto sempre,sia in patria che all'estero.